L'UOMO E LE TRADIZIONI DELLA PESCA
Nella storia dell’uomo e della cattura del pesce esistono tradizioni che raccontano di mestieri antichi, legati profondamente alla cultura umana e alle sue invenzioni.
L’arte della pesca ebbe inizio nella preistoria, quando le popolazioni del neolitico, per far fronte all’aumentata necessità di cibo, svilupparono tecniche e strategie per intrappolare i pesci.
In Italia, la pesca artigianale racconta molto di questi strumenti, spesso calati in mare la notte e recuperati la mattina o anche alcuni giorni dopo, al tempo in cui non si usava mettere segnali e si utilizzavano dei punti di riferimento per orientarsi e ritrovarli.
Questi strumenti, si suddividono in particolare in nasse e cestelli e/o cogolli e bertovelli.
L’Italia e le sue coste, nei vari luoghi di origine marinara legati alla pesca, raccontano di queste antiche pratiche di cattura, i cui sforzi riempivano le trappole di pesce fresco per i mercati locali.
METODI SOSTENIBILI DAL PASSATO
Tra le storie di pesca, quella con le trappole è tra le più longeve e che continua a tramandarsi anche tra gli appassionati, suscitando sempre di più attenzioni e curiosità.
Nonostante le tecnologie moderne prediligano attrezzature in acciaio o in nylon, alcuni pescatori continuano a usare materiali nel rispetto dell’ambiente, per esempio le nasse costruite a mano con rami di giunco.
Questi metodi più tradizionali assicurano un minor impatto sugli habitat, in quanto spesso i materiali utilizzati sono naturali e anche se dispersi in acqua non arrecano danni all’ecosistema.
PESCARE CON LE TRAPPOLE: COME?
Tra le tecniche più popolari troviamo la cattura con le nasse e i cestelli, metodo che prevede che queste vengano calate nelle acque al tramonto, per poi essere recuperate alle prime ore dell'alba. Le nasse vengono legate spesso a coppie, lanciate in acqua con una zavorra in modo da garantire più profondità e dei galleggianti di sughero o bandierine ne segnalano la posizione.
Un'altra tecnica prevede l’utilizzo del cogollo o del bertovello, una trappola con bocca rigida, un braccio di incanalamento e diversi ingressi consecutivi troncoconici per impedire la fuga del pesce catturato. Calato in prossimità della riva, è questo un attrezzo tipico delle valli di Comacchio e degli ambienti lagunari, anche se attualmente è caduto in disuso.
QUALI SONO I VANTAGGI DI QUESTE TECNICHE E QUALI SONO LE SPECIE CATTURATE
Molti, tra cui la passività e selettività verso il tipo di pesce che si intende catturare: per esempio, le trappole per i gamberoni vengono calate fino a 200 metri, intrappolando così più crostacei possibili evitando catture accidentali.
Riguardo alle specie, aragoste, astici, cefali, gamberi e granchi, ma anche lucioperche, murene e polpi sono solo alcune tra le prede che vengono catturate con queste tecniche di pesca.
LA PESCA CON LE TRAPPOLE, IL SUO ATTUALE UTILIZZO
La risposta è sì, in quanto parliamo di tecniche attualmente messe in campo dai pescatori artigianali costieri, ma che spesso vengono soppiantate dall’utilizzo di attrezzature più tecnologiche e da una pesca più intensiva.
Grazie anche alle scelte di acquisto dei consumatori è tuttavia possibile sostenere la piccola pesca e chi ne mantiene la tradizione, oltre a tutelare l’ambiente con delle tecniche non invasive e che rispettano gli habitat marini.
Scopri di più sulla pesca con le trappole sul nostro sito nella sezione Piccola pesca artigianale